“Abitare la città dimenticata”, esperti a confronto nel convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti di Parma
Andrea Baghi: “Necessario un quadro normativo certo”

Si è tenuto presso il Teatro Lenz Rifrazioni di Parma, nella mattinata dello scorso 31 marzo, il convegno “Abitare la città dimenticata – Conservazione e riuso degli edifici di Parma e provincia sottoutilizzati”.
L’evento, di grande rilevanza, è stato organizzato dall’Ordine degli Architetti di Parma con la Fondazione Architetti di Parma e Piacenza, il patrocinio di Regione, Provincia, Comune, Università, Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici di Parma e Piacenza e Consiglio Nazionale Architetti e grazie al sostegno della sezione Costruttore Edili dell’Unione Parmense degli Industriali.
La mattinata di studi è stata introdotta dal presidente dell’Ordine, Alessandro Tassi Carboni, che ha ribadito la necessità centrare l’obiettivo, ossia “sensibilizzare i nostri futuri amministratori perché possano inserire queste priorità nelle loro attività di governo”. Durante il convegno si sono poi alternati al microfono gli architetti Gabriella Incerti, Luca Boccacci e Pietro Zanlari che hanno sottolineato gli aspetti chiave da cui partire per restituire una funzione ai grandi complessi monumentali di Parma e provincia e a tutti gli altri edifici dimenticati. E’ intervenuto in seguito l’architetto Pippo Ciorra, ospite del convegno, senior creator del Maxxi Architettura di Roma.
La seconda parte della mattinata è stata dedicata alla tavola rotonda cui hanno partecipato i candidati sindaci Bernazzoli, Buzzi, Ghiretti, Roberti e Ubaldi, l’arch. Luciano Serchia (Soprintendente ai Beni architettonici di Parma e Piacenza), il preside della facoltà di Architettura, Ivo Iori, il consigliere dell’Ordine arch. Christian Manfrini e l’ing. Andrea Baghi, amministratore delegato di Enterprise Costruzioni spa e vicepresidente della sezione Costruttori Edili dell’UPI.
Riportiamo di seguito l’intervento dell’ing. Baghi, che ha posto l’accento sulla necessità di muoversi all’interno di un quadro normativo certo.
La ricetta fondamentale per un’efficace riuscita di un intervento urbanistico (esercizio assai raro in Italia) sulla città esistente è composta di tre fondamentali ingredienti:
1) la disponibilità dell’immobile, qualunque esso sia, a un costo-valore sostenibile;
2) la disponibilità di una normativa, ai livelli nazionale, regionale, comunale, efficiente e capace di coniugare l’interesse pubblico con quello privato, intendendo qui l’Ente Pubblico come “regista” del processo di riqualificazione urbana. Nella fattispecie, ci si riferisce alla sostenibilità economica dell’intero processo sia in termini di costi, di tempi d’autorizzazione e di realizzazione, che di certezze in relazione a ulteriori normative dello Stato quali i diritti dei terzi privati, ma anche alle normative sugli espropri e sulla tutela dei Beni Architettonici;
3) la disponibilità di risorse economiche pubbliche (eventualmente a fondo perduto e incentivanti la riqualificazione) e private del soggetto sviluppatore, nonché risorse del finanziamento cosiddetto “senior” da parte degli istituti di credito.
E’ fondamentale che ci si muova all’interno di un quadro normativo assolutamente certo, dove i soggetti coinvolti, il pubblico e il privato, operino in trasparenza nell’interesse della collettività, avendo quale obiettivo il miglior progetto possibile di riqualificazione di “porzioni della città”, che è poi ciò che soddisfa il maggior numero di esigenze dei tanti e distinti portatori di interesse legati alla riqualificazione.
Tutto questo nel rigoroso rispetto di una programmazione economica e finanziaria che garantisca la corretta remunerazione al privato attuatore, trattandosi di programmi complessi in cui vengono investite ingenti quantità di denaro, siano esse pubbliche o private.
In assenza di solo uno di questi contenuti, la riuscita del complesso processo di riqualificazione urbana non è possibile.
[tratto da “La Gazzetta di Parma”, sabato 31 marzo 2012]