Infrastrutture Emilia Romagna in coro: “Non fermate i cantieri”
L’appello di istituzioni, imprese e sindacati lanciato da Bologna. Baghi (Edili Upi): «Queste opere rappresentano un propulsore fondamentale di sviluppo per il Paese». «Non fermate…

L’appello di istituzioni, imprese e sindacati lanciato da Bologna. Baghi (Edili Upi): «Queste opere rappresentano un propulsore fondamentale di sviluppo per il Paese».
«Non fermate i cantieri». È un appello corale al governo quello lanciato sabato a Bologna durante l’evento «L’Emilia Romagna non si ferma – Sbloccare le infrastrutture strategiche per lo sviluppo della Regione e del Paese». Tutto il sistema imprenditoriale – da Confindustria a Legacoop, compreso il variegato mondo dell’artigianato e dei commercianti – assieme ai sindacati e a una vasta rappresentanza di sindaci e presidenti di Provincia, hanno dimostrato una forte condivisione di intenti partecipando in massa all’evento organizzato dalla Regione in vista dell’incontro sulle infrastrutture strategiche in Emilia Romagna con il premier Conte, previsto il 20 marzo.
Alla giornata ha preso parte anche l’ingegnere parmigiano Andrea Baghi – presidente della sezione Costruttori Edili dell’Unione Parmense degli Industriali e membro dalla commissione «Territorio ed Infrastrutture» di Confindustria Emilia Romagna – condividendo l’appello rivolto al governo. «Si è parlato di tre importantissime infrastrutture già progettate, autorizzate e finanziate – spiega Baghi – sulle quali è caduto lo stop del governo, che ha invocato la ormai famosa analisi costi-benefici».
Si tratta del passante autostradale di Bologna, della bretella Campogalliano-Sassuolo e dell’autostrada regionale Cispadana. Per quanto riguarda il primo progetto, «dopo 20 anni di dibattito politico sulle possibili soluzioni – ricorda Baghi – è stata condivisa la soluzione del «passante autostradale di mezzo» ossia l’ampliamento del raccordo autostradale A1-A14, prevedendo la realizzazione di autostrada centrale a 3 corsie di marcia oltre a quella di emergenza in entrambi i sensi di marcia, e il contestuale allargamento della tangenziale di Bologna anche essa a 3 corsie. Una opera di 13 km del costo di un miliardo di euro interamente finanziata dalla concessionaria società “Autostrade per l’Italia” e approvata da tutti gli organi competenti, bloccata lo scorso settembre dal ministro Danilo Toninelli».
La bretella autostradale tra Campogalliano è invece un project financing, un’opera di 25 km integralmente progettata, autorizzata e totalmente finanziata per 500 milioni di euro da Autostrade del Brennero. «Anche in questo caso osserva Baghi -si tratta di una arteria chiesta dalle collettività locali da oltre 30 anni». Il terzo stop riguarda la Cispadana, ossia la connessione da Ferrara Sud (sull’autostrada A13) a Reggiolo-Rolo (sulla A22): un’opera di circa 70 km, del costo di 1,350 miliardi di euro, integralmente progettata, autorizzata ed anche essa finanziata da Autostrade del Brennero.
«La Cispadana esiste già nel tratto tra Pegognaga e Brescello e il prolungamento verso Ovest è già finanziato dalla Regione per andare ad intercettare il prolungamento della A15 – spiega Baghi – che in questa prima fase operativa si fermerà con il casello autostradale di Trecasali, in attesa del prolungamento per la sua destinazione finale a Nogarole Rocca, per realizzare il corridoio Tirreno-Brennero». Quanto agli spostamenti su rotaia, Baghi non nasconde il rimpianto per la mancata realizzazione della stazione medio padana dell’alta velocità a Parma, e ricorda che le Ferrovie dello Stato «stanno per far entrare in funzione il primo treno merci ad alta velocità, sperando che sia il primo di una lunga serie, nell’ottica di trasferire su ferro quello che ora viaggia su gomma». Baghi sottolinea infine che «le infrastrutture rappresentano un fondamentale propulsore di sviluppo. Non bisogna realizzare infrastrutture perché il settore delle costruzioni è in crisi; va fatto per il futuro del paese. Contestualmente e collateralmente alla realizzazione di nuove opere si generano posti di lavoro e questo è bene per un Paese che sembra rientrare in recessione. Non si possono oggi bloccare opere per le quali sono stati necessari decenni per potere arrivare all’avvio dei cantieri: con queste premesse che ne sarà della programmazione futura?