San Liborio svela nuovi segreti
Durante i lavori di restauro assegnati a CEA sono venuti alla luce nuovi reperti archeologici

Il restauro di San Liborio nella Reggia di Colorno non ha mancato di riservare delle sorprese. Come spesso avviene in questi casi, il cantiere dove da luglio scorso lavorano i tecnici della Cooperativa Edile Artigiana (CEA), che si è aggiudicata l’appalto, si è trasformato diventando un vero e proprio cantiere archeologico.
A spiegare quello che è accaduto è stato lo scorso 17 dicembre l’Assessore provinciale alla Cultura Dott. Giuseppe Romanini che ha eseguito un sopralluogo con i diversi soggetti coinvolti dall’intervento, il cui buon rapporto, soprattutto fra le imprese, sta determinando i risultati finora ottenuti in un intervento così importante.
Ha illustrato la situazione in essere il professor Arch. Carlo Blasi, dell’Università di Parma, responsabile con il Prof. Arch. Paolo Giandebiaggi e con l’Arch. Gianluca Mora della progettazione e della direzione lavori. Oltre a loro sul posto anche la Dott.ssa Anna Rita Marchi della Soprintendenza archeologica e l’Arch. Marina Ferrari della Soprintendenza ai Beni architettonici di Parma, insieme all’assessore alla Cultura di Colorno Dott.ssa Donatella Censori ed ai rappresentanti di CEA, il presidente geom. Ercole Porta, il direttore operativo geom. Carlo Masola, il direttore tecnico di cantiere geom. Gian Luca Dall’Aglio ed il suo assistente, Arch. Andrea Vaccari.
“Questo è un cantiere di restauro molto seguito e prevedendo anche scavi è legittimo potersi aspettare degli imprevisti, sono novità che arricchiscono il progetto originario – ha dichiarato l’Ass. Romanini – Sul sagrato il ritrovamento delle lastre di pietra ha comportato un cambio del progetto perché è una pavimentazione che va valorizzata e questo comporta tempi e costi diversi da quelli impostati. La piazzetta, che ci sarebbe piaciuto rendere disponibile entro la fine dell’anno come avevamo dichiarato, ospita ora un cantiere archeologico”.
Queste scoperte rischiano di rallentare la tabella dei tempi dell’intervento, ma l’importanza dei ritrovamenti archeologici è tale da dover essere valorizzata al meglio. Sorprese anche nello scavo sul sagrato della chiesa, dove è venuta alla luce sotto l’asfalto la pavimentazione originaria di lastre di marmo rosa di Lessina. L’altra novità è nella piazzetta a lato della Cappella, dove si possono ammirare i due fronti rimessi a nuovo e sanificati dell’edificio che ospitò gli appartamenti del duca Don Ferdinando di Borbone.
Scavando nell’area sono venuti alla luce alcuni reperti che risultano su mappe del 1775 quando lì c’era l’orto del convento dei frati predicatori, dismesso prima della costruzione di San Liborio. Si possono vedere in particolare una cappella del Cristo Morto e opere idrauliche per la regimentazione dei canali, mappate tra il 1779 ed il 1780. Da metà novembre, nonostante l’inclemenza del tempo e le rigide temperature, si sta procedendo al rilievo fotografico e documentale e ai confronti con le mappe, come ha spiegato la Dott.ssa Cristina Anghinetti di Abacus, che sta eseguendo i rilievi su indicazione della Soprintendenza per il cantiere. Si deve ora terminare la parte dei controlli per stabilire il posizionamento dei servizi del sottosuolo, per la nuova piazza che si andrà a realizzare.
“Il restauro di San Liborio è motivo di fierezza e orgoglio per la nostra comunità – ha ricordato l’assessore di Colorno Dott.ssa Censori – In particolare, sul ripristino della piazzetta che tornerà alla funzione originaria di uno spazio per i cittadini, abbiamo un progetto che è quello di svolgervi il mercatino della terra”.