Il Collegio dei Gesuiti a Fidenza, l’edificio dai mille volti (e ancora in evoluzione)
1696. Col consenso del duca di Parma, il potente ordine dei Gesuiti decide di fondare una scuola a Borgo San Donnino (primo nome di Fidenza)….

1696. Col consenso del duca di Parma, il potente ordine dei Gesuiti decide di fondare una scuola a Borgo San Donnino (primo nome di Fidenza).
A capo del progetto c’è padre Stefano Brameri, uomo erudito e carismatico. Su di lui, però, girano voci strane, come quella che sia un negromante. Ai misteri subentra lo scandalo: in quanto persona in vista e perché debole di suo, il religioso alloggia nel palazzo di un tale Zuccheri, cavaliere, la cui sorella viene – ma le cronache glissano al riguardo – “plagiata” dall’ospite; il quale, messo alla porta, è costretto a dormire nel cantiere, rifiutato da tutti.
Verità? Di certo, malato, oggetto di maldicenze e invidiato dai suoi stessi aiutanti, l’architetto non ha in città vita facile. Nel lavoro però non sbaglia un colpo: a testimoniarlo un monumentale “diario di costruzione” il cui manoscritto è miracolosamente giunto sino a noi.
Terminato nei tempi previsti e con la Congregazione al timone, l’istituto prospera.
Passa un secolo: a fine Settecento le monarchie d’Europa, fan delle idee illuministe, iniziano a mal tollerare i Gesuiti: troppo bigotti, troppo indipendenti, troppo vicini al potere. La Chiesa concorda. E i frati spariscono dalle corti.
Eppure, anche senza di loro, il Collegio resiste. Sì, ha cambiato molte volte funzione e nome – ospedale militare, rifugio per sfollati durante la Seconda guerra mondiale, casa di riposo, sede di ambulatori e associazioni – ma quei muri arancioni stanno ancora in piedi.
Merito del genio di Stefano Brameri. O della sua magia?